Il dismorfismo corporeo è costituito principalmente dalla preoccupazione per un difetto nell’aspetto fisico realmente esistente, o a volte soltanto immaginario.

La persona che ne è affetta tende a focalizzare la propria attenzione su tale difetto fisico che diventa il pensiero dominante della sua vita fino a condizionare le proprie relazioni sociali, relazionali.

Secondo la classificazione internazionale proposta dal DSM 5 il disturbo di dismorfismo corporeo è inserito all’interno della categoria più ampia dei disturbi somatoformi e si individua attraverso i seguenti criteri diagnostici, che debbono essere contemporaneamente presenti:

  1. a) preoccupazione eccessiva per un supposto difetto fisico o anomali;
  2. b) questa preoccupazione causa disagio significativo;
  3. c) questa preoccupazione non risulta attribuibile a un altro disturbo mentale.

Le lamentele del soggetto dismorfofobico riguardano spesso difetti lievi o addirittura immaginari del viso o della testa, come i capelli più o meno radi, l’acne, le rughe, le cicatrici, vene troppo in vista, pallore o rossore, sudorazione, asimmetrie o sproporzioni del viso, o anche eccessiva peluria.

Altre preoccupazioni comuni dei soggetti affetti da questo disturbo riguardano la forma e le misure di naso, occhi, palpebre, sopracciglia, orecchie, bocca, labbra, denti, mascella, mento, guance o testa. Tuttavia ogni altra parte del corpo può diventare oggetto di ossessione (dal seno alle natiche, dall’addome alle braccia, dalle mani ai fianchi) anche simultaneamente.

Il disturbo di dismorfismo corporeo è abbastanza evidente in quei soggetti che ricorrono frequentemente alla chirurgia estetica per ogni nuovo difetto percepito. Una volta subito un intervento di chirurgia correttiva, infatti, tali soggetti iniziano a focalizzare la propria attenzione su un’altra parte del corpo.

Inoltre evitano spesso di parlare dei loro difetti perché avvertono un grave disagio e tuttavia possono pensare al loro difetto per molte ore al giorno al punto che questi pensieri dominano la loro vita portandoli infine all’evitamento sociale (lavoro, scuola o di contatto sociale).

E’ necessario sottolineare che spesso l’individuo affetto da dismorfismo corporeo difficilmente descrive dettagliatamente il proprio pseudo difetto, a causa soprattutto dell’imbarazzo, e tende a parlare in modo più generalizzato della propria condizione.

Solitamente questo disturbo viene riscontrato in egual misura tra gli uomini e le donne.

L’età di esordio è da ricondurre al periodo dell’adolescenza, ma spesso il problema emerge dopo anni, in quanto i soggetti con dismorfismo corporeo raramente mostrano i propri sintomi.

E’ un disturbo che in psicologia emotocognitiva viene definito a base ansiosa in cui sono presenti anche tratti ossessivi di personalità, tratti evitanti e tratti dipendenti.

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Come curare il dismorfismo corporeo.

Tutti i tentativi messi in atto da soggetti con dimorfismo corporeo per risolvere il problema e per evitare la sofferenza a esso connessa sono inutili, anzi tendono a mantenere il disturbo nel tempo incrementando la tensione e aggravando la situazione.

Anche il tentativo di convincere la persona che il difetto non esiste e cercare di far capire che il comportamento rispetto a un piccolo difetto è esagerato tende a produrre nel presente frustrazione, ansia, angoscia.

Tuttavia il dismorfismo corporeo si può curare e in questo frangente l’obiettivo quindi dell’intervento psicologico è quello di sbloccare, attraverso specifiche tecniche cliniche, il loop disfunzionale e portare quindi il disturbo a remissione nei tempi più brevi possibili. Solitamente l’approccio della psicoterapia cognitivo comportamentale è il più indicato in queste situazioni.

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