Gli attacchi di panico sono molto diffusi soprattutto tra i giovani e sono episodi di improvvisa e intensa paura.

Sono accompagnati da sintomi somatici e cognitivi, quali palpitazioni, sudorazione improvvisa, tremore, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea, paura di morire, brividi o vampate di calore.

La manifestazione è significativamente diversa da quanto avviene negli altri tipi di disturbo di ansia, in quanto gli attacchi sono improvvisi ed episodici, non sembrano provocati da alcunché e spesso sono debilitanti.

La maggior parte delle persone che ha un attacco, poi ne ha altri. Se una persona ha attacchi ripetuti o sente una forte ansia riguardo alla possibilità di averne altri allora si dice che ha un “disturbo da attacchi di panico” o DAP. La persona si preoccupa delle possibili conseguenze degli attacchi di panico e cambia il proprio comportamento evitando le situazioni in cui teme che essi possano verificarsi.

L’evitamento di tutte le situazioni potenzialmente scatenanti diviene la modalità prevalente e la persona è schiava del suo disturbo, costringendo spesso i familiari ad adattarsi di conseguenza, a non lasciarla mai sola, a accompagnarla ovunque, con l’inevitabile senso di frustrazione che deriva dal fatto di dipendere da altri e ciò può condurre a una depressione secondaria.

Di solito gli attacchi di panico sono più frequenti in periodi stressanti. Alcuni eventi di vita, infatti, possono fungere da fattori precipitanti e tra questi più frequentemente troviamo la separazione, la perdita di una persona cara, l’essere vittima di una qualche forma di violenza, problemi finanziari e lavorativi.

Un attacco di panico non è pericoloso, ma può essere terrificante perché si sente di perdere completamente il controllo.