L’importanza di essere assertivi e poter instaurare un dialogo proficuo è un grande vantaggio in tutti i contesti relazionali. Ma avere una comunicazione assertiva in famiglia è di importanza fondamentale per la costruzione dei rapporti nel primo contesto sociale in cui i figli si trovano ad interagire. Essere assertivi significa esprimere la propria opinione in modo cosciente, coerente, chiaro, diretto ed equilibrato.

Vediamo quindi insieme come ottenere una comunicazione assertiva in famiglia e quali sono le migliori tecniche per parlare ai figli.

Perché cercare una comunicazione assertiva in famiglia.

Il dialogo e la comunicazione sono alla base di un un buon rapporto con i figli, ma non è sempre facile convincerli ad ascoltare i genitori. A molti sembrerà un’impresa ardua, soprattutto in fase adolescenziale, eppure è possibile stabilire una comunicazione sana e assertiva in famiglia.

Lo scopo di una comunicazione assertiva nel nucleo familiare (tra genitori e figli e tra fratelli) è quello di esprimere idee e sentimenti senza aver paura di ferire o offendere gli altri membri. Si tratta di uno scambio basato su fiducia reciproca.

In questo modo, parlandosi, affermando con rispetto il proprio punto di vista, è possibile rafforzare e sviluppare le relazioni in modo costruttivo. Infatti i legami che si instaurano sono sani, si fondano su rispetto reciproco, affetto e senso di appartenenza.

In generale esistono tre forme principali di comunicazione in famiglia:

  1. la forma passiva, quando uno dei membri del nucleo familiare non esprime le proprie preoccupazioni, parla a bassa voce e accetta senza comprendere a fondo quello che gli viene chiesto. Questo tipo di comunicazione genera disuguaglianze a discapito del membro passivo. Ecco che quindi possono nascere dei sentimenti di bassa autostima e non esistono le basi per l’instaurarsi di legami affettivi sani.
  2. La forma aggressiva. Uno dei membri esprime messaggi confusi attraverso urla, rimproveri e persino insulti. Questo tipo di comunicazione, molto simile alla violenza, crea distanza emotiva, allontana i membri della famiglia, produce, paura e risentimento. Ovviamente si tratta di un tipo di comunicazione estremamente dannoso e da evitare.
  3. La comunicazione assertiva è ovviamente il migliore stile comunicativo perché è basato sul rispetto, sul dialogo e sulla mediazione, consente di rafforzare le relazioni familiari, favorisce la creazione di un contesto di fiducia, rispetto e promuove una sana autostima nei bambini.

 

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Quindi perché scegliere una comunicazione assertiva in famiglia? Ci sono molti vantaggi legati allo sviluppo di un certo equilibrio mentale e di salute emotiva.

Inoltre un clima di reciproco ascolto e libertà espressiva favorisce anche:

  • riduzione dello stress;
  • sviluppo delle abilità sociali e personali soprattutto nei bambini;
  • maggiore autostima;
  • maggiore controllo degli impulsi e della rabbia;
  • sviluppo di una personalità sana e maggiore comprensione delle proprie emozioni;
  • rispetto per se stessi e rispetto dagli altri;
  • sviluppo di sane capacità decisionali.
Come sviluppare una comunicazione assertiva in famiglia: tecniche per parlare ai figli.

Alcuni dei suggerimenti per una comunicazione asservita in famiglia sono:

  1. Mettetevi in ascolto e siate empatici. La comunicazione assertiva si basa sul rispetto e sull’ascolto. Prima di precipitarci a parlare dovremmo pensare a cosa stiamo per dire e come. Questo vale è tanto più vero se il messaggio da trasmettere è importante e noi vogliamo che venga compreso al 100%. Essere empatici con i figli significa anche trasmettere loro il valore dell’empatia verso gli altri, quindi l’importanza di fermarsi a comprendere l’altro e i suoi sentimenti.
  1. Evitate i confronti. Paragonare i figli ad altri bambini o ai fratelli stessi è molto deleterio in quanto contribuisce solo a creare un senso di inferiorità e insicurezza. Questo conduce ad una scarsa fiducia in se stessi e mina lo sviluppo dell’autostima. D’altra parte, in generale, ogni confronto è un atto ingiusto e impari, peraltro ogni bambino è un individuo a sé con le proprie specificità.
  2. Coinvolgete e chiedete l’opinione ai figli. Evitate le espressioni autoritarie che richiedono la cieca obbedienza dei figli. Piuttosto puntate al loro coinvolgimento, a chiedere loro cosa ne pensano e ad esprimersi su delle decisioni che riguardano la famiglia. In questo modo si rafforzerà la loro sicurezza all’interno del nucleo familiare, come a dire che quello che pensano conta e il loro punto di vista è importante.
  3. Date il buon esempio e siate assertivi. Siete voi il primo modello di riferimento dei vostri figli, quindi impugnate per primi la comunicazione assertiva e utilizzatela nel dialogo quotidiano in modo che loro possano impararla e utilizzarla. Siate i primi a comunicare i vostri sentimenti e punti di vista, siate i primi a raccontare come è andata la vostra giornata, quali sono le vostre preoccupazioni e i vostri interessi. Allo stesso modo, mettetevi in ascolto quando hanno qualcosa da dirvi. Se ritenete che hanno torto, date loro dei consigli invece di rimproverarli seccamente. In questo modo darete loro degli esempi da seguire e aumenterà la loro fiducia in se stessi. Essere comprensivi ovviamente non significa essere dispensati dal porre dei limiti e impartire delle punizioni: cercate di assegnare delle punizioni educative e misurate, in modo che gli errori commessi siano compresi e non vengano più ripetuti.

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Rapporto genitori-figli: come si sviluppa dall’infanzia all’età adulta

Differenze tra bambini deprivati e bambini supportati: che adulti saranno?

 

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